Comunicazione: “Il test pseudo-isocromatico di Ishihara e la sua variante Puglia”
1.
Nel 1917 il medico militare e futuro decano dell’Università Imperiale di Tokyo, professor Shibaru Ishihara (1879-1963), che era stato allievo di Stock a Jena, di Axenfeld a Freiburg im Breisgau e di von Hess a Monaco di Baviera prima di essere costretto a tornare in patria allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, mise a punto un sistema di riconoscimento del daltonismo che è tuttora praticato, e di cui tutti coloro che hanno passato la tre giorni per il servizio militare sono a conoscenza.
In una serie di dischi colorati con svariati inchiostri (fino a nove diversi) vengono tracciati cerchi e punti di dimensione e luminosità variabile, fatto che rende indistinguibile, se non per il tipo di colore, un determinato segno che si celasse nell’insieme. Ad esempio, un daltonico deuteropatico difficilmente distinguerà un segno rosso su di un fondo a dominante verde.
Il test cosiddetto “pseudo-isocromatico” di Ishihara – la cui versione completa è costituita di 38 tavole – è particolarmente affidabile (al 98%) nell’individuazione delle discromatopsie ereditarie dei protanopi e dei deuteranopi.
Le tavole da 1 a 25 presentano dei numeri arabi. I numeri sono i segni la cui lettura è comune a occidentali e orientali, ed è certo questo il motivo per cui sono stati impiegati nella versione internazionale del test; né le lettere dell’alfabeto latino, né i pittogrammi cinesi, né i geroglifici egizi sarebbero stati altrettanto utilizzabili.
Le tavole da 26 a 38 sono pensati per gli analfabeti o i bambini: vi sono tracciati percorsi sinuosi, che vanno seguiti dall’esaminando con l’uso di una penna o di un dito.
2.
La serie di lavori che qui umilmente propongo formano una variante culturale al test di Ishihara. Essa è applicabile tanto agli illetterati quanto alle persone alfabetizzate di ogni razza e colore: occorre giusto che esaminante e esaminando si intendano nel chiamare le cose con il loro nome.
Per finalizzare la mia umile proposta, ho riadattato una prova per bambini dalla vista offesa, correntemente in uso nei servizi oftalmici degli ospedali francesi: trattasi del test optometrico di R. Rossano e J-B. Weiss-Inserm, che prevede il riconoscimento di alcune icone familiari alla nostra infanzia: autovettura, bicicletta, cane, albero, gallina, falce di luna.
Non è senza una qualche fierezza che propongo l’uso del mio test per le deficienze cromatiche. In quanto pittore e – beninteso – specialista della percezione, della visione e – conseguentemente – del colore, non potevo non rivolgermi con empatia a quell’8% della popolazione mondiale che – in media – non distingue pertinentemente tutta la tavolozza del mondo che ci circonda, e quest’umile sintesi Ishihara-Rossano-Weiss-Inserm-Puglia lo aiuterà meglio a realizzare ciò che si sta perdendo.