Lamento dell’avaro (1993-1994)

8 settembre. Mi scappava la cacca mannaggia proprio allora proprio sul più bello mi scappava la cacca no perché così non va così no proprio quando stavo per concludere qualcosa di buono qualcosa di giusto proprio allora proprio quando lei stava per pronunciare il suo fatidico sì ma ciononostante cosa vuoi ho dovuto con un pretesto qualsiasi allontanarmi proprio sul più bello e cosa vuoi quando sono tornato, e quando sono tornato il momento magico era già passato, l’incantesimo era rotto e lei si era già ricomposta, aveva lasciato il divano per accomodarsi ben ricomposta sulla poltrona e avvertii immediatamente in lei qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, e in fin dei conti una certa qual freddezza, ma perché, ma perché, in fondo non m’ero assentato che per dieci minuti, cos’era potuto accadere nel frattempo, vallo a sapere, vallo a capire, valle a capire tu queste donne perché io, io non ci capisco più niente, uno si assenta per un attimo, è vero sì in un momento cruciale e particolarmente pregnante, però si trattava di un attimino appena, cosa vuoi che sia, e quando torna, ecco, già il paesaggio generale è cambiato, già lo scenario è stato rimpiazzato, e ci si trova di fronte a questa freddezza a questa distanza a questa generale mancanza di coinvolgimento io non capisco proprio ma cos’hai le dico cosa ti è successo c’è qualcosa che non va dimmi su dimmelo dai, e dimmelo, su, e dimmelo, dai, dimmelo cos’hai, vedrai che dopo ti sentirai più leggera, come sgravata, macché, era come parlare al muro, niente, e allora sai che ti dico le ho detto, sai che ti dico, che preferisco andarmene, preferisco rimanere solo con il mio dolore.

E me ne sono andato, forse un po’ troppo di fretta, non so, forse avrei potuto darle un po’ più di tempo, non so, un’ultima chance, non so, ma è tardi ora per ripensarci sopra, forse vedremo domani.

9 settembre. Oggi è domani. Oggi per domani e ieri per oggi. Oggi come ieri come domani, per l’eternità fedele. Oggi qui, domani là. Oggi nel mondo. Oggi come oggi. Oggi no, oggi no. Ma se non oggi, quando? Se non oggi, sarà domani. Se io fossi un extracomunitario, e tu una signora, tu credi davvero, che mi vorresti ancora? Avresti negli occhi la stessa dolcezza, oppure sarebbe soltanto tristezza? Avere negli occhi la voglia di guardare, avere nelle scarpe la voglia di andare. Scarpe rotte, eppur bisogna andar. Basta la salute e un par de scarpe bone. O con le scarpe o senza scarpe i miei alpini li voglio qui. Qui, qui e ora, come prima e più di prima, oggi più che mai. Oggi gnocchi. Domani non si sa. Sarà quel che sarà. Chi vivrà vedrà. Intanto non ci vedo dalla fame. Me li mangio con gli occhi, gli gnocchi. Me la mangio di filata, la frittata. Me la mangio in tutta fretta, l’Antonietta.

Antonietta, Antonietta, il tuo comportamento di ieri sera mi risulta tuttora incomprensibile e imperscrutabile. Ce ne stavamo così bene, ce ne stavamo, mano nella mano, impegnati in uno dei “petting” più spinti che mai a memoria d’uomo siano stati tentati, quando ho dovuto allontanarmi a cause di una impellente necessità fisiologica e quando sono tornato a te, tutto pronto e davvero pronto a tutto, io non so io tuttora non capisco, spero solo che un giorno capirò, spero solo che allora non sarà troppo tardi e che sarò ancora in grado e in condizione di capire.

Oh Antonietta, miantonietta, comedovequando potrò rivederti, come, dove e quando potremo riparlarne potremo riconsiderare la quistione, la questione delle questioni, l’anten ata di tutte le questioni?  Nell’attesa ci ripenso, a quel drammatico ieri sera.

Rivediamo con calma il filo degli avvenimenti: ho forse chiesto io di essere messo al mondo quel 10 di aprile dell’anno 1962 in quel di Palma di Maiorca? L’ho chiesto io, forse? No, non mi pare. L’hai chiesto forse tu? Nemmeno. Quindi, da questo punto di vista, nessuno di noi due è responsabile, almeno per quanto riguarda la mia presenza in questo bel mondo. E così abbiamo spuntato un primo punto e acquisito un primo dato, il quale ci introduce difilato al secondo dei nostri soggetti di riflessione e cioè alla controversa nozione di: responsabilità.

No no no così non va, sento che la sto prendendo troppo alla larga, ma lo sai è colpa del mio tatto, del mio solito tatto ma adesso te la dico tutta:

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Il resto a seguire nelle prossime settimane…